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Ricominciamo bene!


La parabola del figliol prodigo (Lc 15,1 -3.11-32) e' una delle più note, forse perché va a toccare un qualcosa di comprensibile a tutti, ovvero dinamiche familiari dove qualcuno si arrabbia.

E' probabile che la maggior parte di noi abbia simpatizzato col fratello "bravo", non così santo come Abele, ma fedele e adeguato alle regole di famiglia. E che abbiamo sentito la sua stessa rabbia e quel senso di ingiustizia di fronte al padre che festeggia il fratello scapestrato, tornato a casa si, ma solo quando aveva finito ogni altra possibilità.

Il punto è che questa parabola parla di ingiustizia, ma anche di cambiamento reale, di pentimento e di perdono e non solo di rabbia.

Parla di una famiglia con le sue dinamiche e soprattutto parla di un padre disposto ad amare senza riserve. E parla di un figlio che torna là dove si sente voluto, e di un altro che invece si arrocca a regole di dare e avere per concedersi la possibilità di essere amato ed amare.

C'è tanto in questa parabola, e viene da rifletterci su proprio in giorni in cui il termine famiglia e' sbandierato come emblema da più parti... la famiglia e' una connessione di persone in relazione, dove si può scegliere di stare o meno, come Gesù ben racconta in questa storia. E la connessione e' fondata sull'amore.


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