RASSEGNA STAMPA
Cinema Estivo di Casa Malala
Un cinema al confine di Fernetti?
Sì, proprio un cinema all’aperto vogliamo aprire a cento metri dal confine nazionale con la Slovenia, nell’ottica di un incontro multiculturale e internazionale per i residenti di Fernetti, Trieste e città vicine di ogni nazionalità ed appartenenza.
A partire dal 30 Luglio, per quattro settimane, a Casa Malala (località Fernetti 16) struttura di accoglienza di richiedenti asilo, partirà la rassegna cinematografica dal titolo “Sun Cinema Casa Malala”.
Un film a settimana aprirà le porte del centro d’accoglienza a tutti i cittadini residenti e non. Visioni e street food internazionale per guardare tutti assieme “film dell’altro mondo” o “film fine del mondo” all’interno del giardino di Casa Malala. L'ingresso è gratuito
Il gruppo del laboratorio musicale tenuto dal fisarmonicista sloveno ALEXANDER IPAVEC aprirà la prima serata di spettacolo, DOMENICA 30 LUGLIO a partire dalle ore 20, insieme al film “Zoran, il mio nipote scemo” di Matteo Oleotto, Italia/Slovenia 2013.
Casa Malala sarà ben lieta di accogliere tutte quelle persone che vorranno partecipare per un momento d’intrattenimento e convivialità internazionale.
Le Acli piangono la scomparsa di Giovanni Bianchi
Dopo una breve malattia, questa mattina Giovanni Bianchi è tornato alla casa del Padre.
Politico, fondatore del Partito Popolare Italiano ed ex presidente delle Acli, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, Giovanni Bianchi è stato uomo di cultura, intellettuale squisito ed appassionato, filosofo e poeta.
“Con Giovanni Bianchi se ne va un grande uomo e un grande presidente delle Acli – afferma Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli -. Un uomo che, nonostante i numerosi e importantissimi incarichi a livello politico nazionale, è rimasto sempre attaccato alla nostra associazione. Era con noi anche nell’ultimo incontro di spiritualità delle Acli a Bose. Con lui, se ne va un amico e una guida”.
Giovanni Bianchi era nato a Sesto San Giovanni il 19 agosto del 1939 e si era laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica di Miano. Dopo aver ricoperto importanti incarichi nelle Acli a livello regionale succede a Domenico Rosati come presidente nazionale dal 31 maggio 1987 al febbraio 1994.
La sua ricca esperienza nelle Acli lombarde gli consente di approfondire “il solco e la radice” delle Acli: il cattolicesimo sociale e politico. Di qui il suo richiamo all’esperienza di Luigi Sturzo e alla spiritualità di Giuseppe Dossetti.
Se durante la Presidenza di Rosati le Acli erano pervenute alla consapevolezza del “cambio d’epoca”, con Bianchi si afferma esplicitamente la necessità di aprire una “nuova fase costituente” per il Paese.
Già al Congresso di Milano del 1988, nella sua relazione, sottolinea la fase costituente della società e della politica attraversata dal nostro Paese, l’emergere di una nuova cittadinanza sociale, la necessità di nuove regole del gioco per il ricambio dei gruppi dirigenti e per la realizzazione di un’autentica democrazia dell’alternanza. Le Acli nel linguaggio di Bianchi si configurano come “lobby democratica e popolare”.
Dal 1994 è Deputato al Parlamento nelle file del Partito Popolare Italiano – di cui è tra i nuovi fondatori – per la XII Legislatura e di nuovo, dal 1996, per la XIII Legislatura. Fa parte della Commissione Esteri della Camera dei Deputati ed è stato relatore della legge per la remissione del debito estero. È stato segretario della Camera dei Deputati.
Del Ppi è stato Presidente nazionale nel 1995 -1996; dal 1996 al 1999 è stato membro della Direzione del Partito. È stato segretario regionale lombardo del Ppi fino al suo scioglimento nella Margherita. Nel 2008 ha guidato come segretario il PD milanese. È stato fondatore e presidente del Circolo Dossetti di cultura e formazione politica nato a Milano nel 2000. Dal 2004 era presidente del Cespi (Centro Studi Problemi Internazionali) con sede in Sesto San Giovanni e dal 2012 aveva assunto la carica di Presidente dell’associazione nazionale Partigiani Cristiani.
Le esequie si svolgeranno domani martedì 25 luglio alle ore 16 presso la Chiesa di S. Stefano in Piazza Petazzi a Sesto San Giovanni. Alla moglie Silvia, al figlio Davide e a tutta la famiglia vanno le più sentite condoglianze delle Acli.
Football No Limits 2017
Al via Football No Limits 2017
Da domani il progetto di animazione sportiva itinerante promosso da Ipsia e Us Acli sarà in Bosnia Erzegovina
Partirà domani, mercoledì 20 luglio, la carovana di Football No Limits, l’iniziativa nata con l'obiettivo di superare le barriere culturali attraverso il gioco del calcio, promuovendo il diritto di ogni bambino all’aggregazione, alla socializzazione, ad un crescita sana e a un corretto sviluppo educativo. Il progetto, giunto alla II edizione, è promosso dall’Ipsia, l’Ong delle Acli e dall’Unione Sportiva Acli. Il programma nasce dalla collaborazione tra Ipsia e la realtà sportiva di Bosanska Krupa (piccola cittadina del nord ovest del paese dalla grande tradizione sportiva), con cui l’Ong delle Acli collabora da diversi anni con risultati più che positivi. «Football No Limits – ha spiegato Mauro Montalbetti, presidente di Ipsia, illustrando l’iniziativa - si propone di veicolare, attraverso il gioco del calcio, cultura sportiva promuovendo il suo aspetto sociale ed educativo e sostenendo il lavoro di piccole realtà sportive locali, già esistenti, fornendo un supporto formativo e competente».
Da domani il campus sportivo itinerante di FNL offrirà a oltre 1000 ragazzi dai 6 ai 14 anni la possibilità di misurarsi sul campo di gioco, con la supervisione di esperti italiani e locali, nell’ambito della formazione sportiva multidisciplinare. Questa prova di campo permetterà ai ragazzi di imparare a gestire tempi e spazi per l’organizzazione di giochi sportivi, partendo da un’acquisizione di conoscenze in merito allo sviluppo psicomotorio dei bambini, oltre che scoprire sport nuovi ed innovativi. «E’ un piacere tornare a collaborare con Ipsia - afferma Damiano Lembo, presidente U.S. Acli –. Già subito dopo la fine della guerra nella ex Jugoslavia, con il progetto “Giochiamo per la pace” avviammo una campagna di sensibilizzazione sui Balcani incentrata proprio sui valori dello sport. Ricordo – aggiunge Lembo – che donammo un campo di calcio e che i testimonial del progetto furono Damiano Tommasi, attuale presidente dell'Associazione Italiana Calciatori e Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma”.
Il campus itinerante, della durata di 10 giorni circa, prevede 1 giornata di attività di propedeutica sportiva e micro tornei con l’ausilio di strutture e materiale sportivo di facile montaggio e trasportabilità, che verrà donato ai partner di progetto che metteranno a disposizione gli spazi necessari e promuoveranno le attività sul proprio territorio. La carovana di Football No Limits sarà il 20 luglio a Bosanska Krupa, il 21 luglio: Bosanski Novi/Novigrad , il 23 luglio a Kozarac (Prijedor), il 25 luglio a Orašje, il 27 luglio a Ljubuški e il 28 luglio a Mostar.
Per maggiori informazioni, segnaliamo il sito Internet www.footballnolimits.org
POSITION PAPER DELLE ACLI NAZIONALI SUL TEMA DELL'IMMIGRAZIONE
POSITION PAPER - IMMIGRAZIONE: LA RIFORMA DELLA CITTADINANZA
1.PERCHE’ E’ IMPORTANTE LA RIFORMA DELLA LEGGE SULLA CITTADINANZA?
1. 1 LE RAGIONI DI FONDO CHE INTERROGANO IL PAESE E LA POLITICA
Il diritto di cittadinanza è nato come diritto di riconoscersi parte di una comunità. Purtroppo, in Italia , il mancato riconoscimento di questo diritto, sta diventando un motivo di discriminazione ed esclusione.
Quando parliamo di legge sulla cittadinanza non discutiamo solo di questioni burocratiche o politiche, ma parliamo del futuro del nostro paese e del nostro vivere civile.
Secondo le norme attuali, in vigore dal 1992, purtroppo, ancora oggi, un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri può richiedere la cittadinanza solo entro un anno dal raggiungimento della maggiore età.
Deve però essere stato residente in Italia legalmente e senza interruzioni dalla nascita.
Non esiste quindi nel nostro Paese alcuna effettiva possibilità di acquisire automaticamente la cittadinanza da parte di bambini nati in Italia da genitori stranieri o da parte di giovani o giovanissimi giunti in Italia in tenera età, seppure la loro storia personale e sociale in nulla differisca da quella dei coetanei. Si tratta di un’occasione perduta perché mette a dura prova il loro desiderio di essere italiani che viene negato proprio nell’età della crescita e della formazione dei valori e dell’identità.
I minori nati in Italia da genitori stranieri sono oltre mezzo milione: quasi il 60% dei circa 900mila minori stranieri residenti nel Paese e il 7% dell'intera popolazione scolastica.
In condizioni ancor più difficili si trovano i minori che arrivano in Italia piccoli o piccolissimi con i genitori o per ricongiungimento familiare: vivono e crescono in Italia, frequentano le scuole italiane, ma per diventare cittadini italiani dovranno seguire, a partire dai 18 anni, lo stesso percorso burocratico degli immigrati stranieri adulti.
1.2 LA CAMPAGNA L’ITALIA SONO ANCH’IO E L’ITER LEGISLATIVO
Proprio per rispondere a questa grave ingiustizia, il 6 marzo 2012, le organizzazioni promotrici della Campagna L’Italia sono anch’io1 hanno raccolto e depositato oltre 200mila firme per chiedere al Parlamento la revisione della legge sulla cittadinanza ed il
diritto di voto agli stranieri residenti in Italia: le due proposte di legge di iniziativa popolare, da un lato assegnano allo ius soli, cioè al diritto di essere cittadini del nostro Paese partendo dal luogo nel quale si nasce e non solo dalla discendenza di sangue, un ruolo di primario rilievo. In questo modo la cittadinanza viene a definirsi come diritto soggettivo e legittima aspirazione delle persone a partecipare a pieno titolo alla vita della comunità, dopo un periodo di soggiorno legale sul territorio, e in tempi ragionevoli. Dall’altro lato, attraverso il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per chi risiede per un periodo congruo (5 anni), si eliminerebbe un’ingiustizia che rischia di minare sempre più - a livello territoriale - il principio del suffragio universale, impedendo a milioni di persone di partecipare pienamente alla vita della comunità in cui vivono.
Il 13 ottobre 2015 la Camera ha licenziato in prima lettura la proposta di riforma della legge sulla Cittadinanza n.91/92, che teneva soltanto in parte conto della proposta di legge formulata dalla Campagna L’Italia sono anch’io, passando così il testimone al Senato
dove è rimasta bloccata per un anno e mezzo in Commissione Affari Costituzionali, per via dei numerosi emendamenti presentati dal partito della Lega Nord.
Pur considerando positivo il fatto che dopo più di venti anni si sia finalmente arrivati al voto dell’Aula su una materia così importante e, purtroppo, così poco adeguata alla mutata realtà sociale del Paese, il ddl approvato dalla Camera presenta molte criticità e carenze.
Nello specifico, la normativa approvata non contempla la presenza di una norma che semplifichi le procedure relative alla naturalizzazione degli adulti, con un trasferimento di competenze dal Ministero dell’Interno ai sindaci; né prevede il superamento, attraverso norme certe di riferimento, della discrezionalità che oggi caratterizza le decisioni in materia.
L’altra questione riguarda la previsione di uno ius soli temperato che fa sì che il futuro di bambine e bambini sia condizionato dalla situazione economica della famiglia, introducendo, col requisito del permesso Ue per lungo soggiornanti di uno dei genitori, una discriminazione che viola l’articolo 3 della Costituzione. Va ricordato che l’articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento. Nei confronti di centinaia di migliaia di persone di origine straniera questo principio è disatteso.
Il 14 giugno 2017 è cominciata la discussione della legge al Senato e il clima politico si è subito surriscaldato con le proteste dei senatori leghisti. Il disegno di legge al momento è sostenuto dal Governo e dai Partiti del Governo e dai partiti di sinistra, mentre è osteggiato, oltre che dalla Lega, anche da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. I senatori del Movimento 5 stelle si sono astenuti.
1.3 LE ACLI PER UNA RIFORMA DAL BASSO
L’approvazione del ddl nel primo ramo del Parlamento ha sì aperto una breccia nel muro di ingiustizia sociale su cui il nostro Paese ha per troppi anni soprasseduto, ma quanto approvato è purtroppo il frutto di una mediazione politica: ci si auspicava più coraggio dopo un'attesa di venti anni in cui speranze e aspettative sono nel tempo cresciute.
Le Acli hanno accompagnato questa battaglia “dal basso” nella convinzione che la posta in gioco sia vitale: azzerare, o quanto meno ridurre, un ritardo culturale e politico oramai inaccettabile, alimentato da un’immagine sbagliata e fuorviante dell’immigrazione
che vuole fare presa sulla pancia e sulle paure delle persone. Quello della cittadinanza non è una concessione, ma un diritto. La sua negazione, oltre a creare concreti problemi quotidiani, genera precarietà, insicurezza e difficoltà di inclusione e integrazione. A scapito della tenuta sociale del nostro Paese.
Il dibattito attuale spesso è mortificante. Una parte delle forze politiche e degli organi di stampa fa leva su argomentazioni infondate, da quella della sostituzione etnica causata dall’invasione dei nuovi cittadini, a quella che vedrebbe gli italiani contrari all’estensione di questo diritto, a quella del rischio di perdita di identità, particolarmente cavalcata da un certo tipo di stampa e dai partiti populisti. In realtà, per le Acli, il Paese è più pronto della politica.
Quando queste argomentazioni si traducono nell’immobilismo delle istituzioni e il Parlamento non riesce ad assolvere pienamente al suo compito, le Acli ritengono che lo strumento della proposta di iniziativa popolare sia particolarmente utile per due ordini di motivi: da una parte si aiuta il Parlamento a prendere coscienza dell’importanza di fare un passo avanti – anche rispetto alla maggior parte dei paesi europei – a prescindere dalle ideologie e dal proprio pensiero politico, costruendo convergenze su un tema importante come questo; dall’altra parte si interrogano i cittadini su una questione che è sostanzialmente culturale, spiegando
le ragioni dell’urgenza di un cambiamento e avviando a favore della cittadinanza campagne educative e formative sull’argomento.
Le Acli, come buona parte degli italiani, hanno a cuore questo tema e sostengono con forza questa battaglia di civiltà per rappresentare tutti quei giovani considerati stranieri, italiani di fatto, ma non di diritto, in altre parole “cittadini invisibili”.
Ciò è ancor più importante per il clima storico e politico che stiamo vivendo sulla questione immigrazione: da un lato c’è, da parte dell’UE, la quasi inesistente e caotica gestione dei richiedenti asilo; dall’altro lato, c’è la paura diffusa dello straniero che si presta ad una facile strumentalizzazione, ostacolando la causa dei diritti degli immigrati, e la loro integrazione.
Le mancate risposte, insieme alla diffusione di paura pilotata, ci spingono a sostenere, attraverso il riconoscimento di diritti certi, tutte quelle persone che hanno puntato sul nostro Paese per il loro futuro e quello dei figli, evitando di frustrare la loro giusta aspirazione ad un’ integrazione sostanziale.
2. ANALISI: L’ITALIA, UN PAESE CAMBIATO
2.1. I MUTAMENTI DEMOGRAFICI, ANTROPOLOGICI E SOCIALI
La legge ancora in vigore risale al periodo in cui l’Italia era un Paese di emigranti, pensata per mantenere un legame con i figli degli italiani che si trasferivano all’estero, anche Oltreoceano. Oggi, oltre che di emigrazione, il nostro è anche un Paese di immigrazione.
La mobilità delle persone è oggi un dato di fatto e i mutamenti demografici, antropologici e sociali lo dimostrano chiaramente, anche se le Acli tengono a ribadire che non si può parlare di “invasione”: in Italia gli immigrati rappresentano solo l’8,3% della popolazione, un dato molto inferiore alla percezione della maggior parte degli italiani.
Secondo la ricerca Le famiglie di fronte alla sfida dell’immigrazione condotta dal CISF, gli italiani (in particolare gli anziani, le donne e quelli di status più basso), sovrastimano la presenza degli stranieri, credendo che essi siano il doppio rispetto al dato reale. Di
conseguenza il 57,2% degli intervistati dichiara che gli immigrati che vivono in Italia sono “troppi”. Da questi dati si evidenzia che il fenomeno è poco conosciuto nei suoi termini quantitativi. Anche dal punto di vista qualitativo, la situazione non è migliore, complice una stampa più o meno volutamente superficiale e una politica populista che racchiude nel termine “clandestino” tutte le tipologie di immigrati, anche quelli che vivono nel nostro Paese da decenni.
In realtà molti sono i vantaggi che il nostro Paese trae dagli immigrati, sia dal punto di vista demografico, sia fiscale, sia lavorativo.
E’ infatti chiaro a tutti che la crescita demografica degli italiani è fortemente legata alla componente straniera. Nel 2016 il numero medio di figli per donna è stato di 1,36: 1,27 per le italiane e 1,95 per le straniere. Sono proprio le donne immigrate ad aumentare il nostro saldo demografico fra nascite e morti in questo nostro inarrestabile inverno demografico. Secondo alcune proiezioni ISTAT, fra il 2011 e il 2065 l’Italia vedrà 28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi per un saldo negativo di 11,5 milioni, mentre si
assisterà ad un saldo migratorio positivo di 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite).
In questo senso gli immigrati saranno una manna dal cielo: chi pagherà infatti le nostre pensioni? Secondo gli ultimi studi effettuati, gli stranieri hanno contribuito con 10,9 miliardi sulle nostre pensioni di invalidità, vecchiaia e superstiti, mentre i non comunitari gravano solo per lo 0,3% sul totale di queste pensioni (39.340 su 14.299.048).
Vi è un altro dato molto interessante: nel periodo di astensione obbligatoria per maternità le immigrate non comunitarie rappresentano solo l’8,4% delle beneficiarie di prestazioni economiche, benché, paradosso dei paradossi, l’incidenza delle donne immigrate sul totale di quelle che hanno portato nuove nascite sia ben più elevata.
Per quanto riguarda il lavoro, secondo una recente ricerca della Fondazione Moressa, il Pil prodotto dagli stranieri nel 2015 è stato di 127 miliardi (8,8% del Pil nazionale): se si volessero paragonare questi ricavati a quelli di un’azienda, rappresenterebbero la 25esima impresa più grande al mondo. Accanto ai contributi previdenziali, bisogna infatti aggiungere
il gettito Irpef complessivo versato dagli immigrati che è pari a 6,8 miliardi. Senza contare la crescita dell’imprenditoria straniera: nel 2015 c’erano 656mila imprenditori immigrati e 550mila imprese a conduzione straniera, con un incidenza del 9,1% sul totale. Fra il 2011 e il 2015, mentre le imprese degli italiani sono diminuite del 2,6%, quelle degli immigrati sono aumentate del 21,3%.
E quali sono i costi? L’Italia spende quasi il 17% del suo Pil per le pensioni, ma a fronte dei 16 milioni di pensionati, solo 100.000 sono extracomunitari o comunitari dell’Europa dell’Est.
Più elevata è la spesa per il welfare e la sicurezza, ma il costo per gli stranieri è comunque inferiore al 2% della spesa pubblica.
Di fronte a questi dati possiamo ancora continuare a considerare gli stranieri una minaccia, piuttosto che una risorsa? Le Acli condividono pienamente le parole di Kenneth Galbraith ”le migrazioni sono la più antica azione di contrasto alla povertà, selezionano coloro i quali desiderano maggiormente riscattati, sono utili per il Paese che li riceve, aiutano a rompere l’equilibrio di povertà nel Paese di origine: quale perversione dell’animo umano ci impedisce di riconoscere un beneficio tanto ovvio?”
2.2 LA LEGISLAZIONE: ORA E DOMANI
La nostra Costituzione ha incarnato pienamente questo spirito e ha previsto il riconoscimento e la tutela dei "diritti inviolabili dell'uomo" senza distinzione tra cittadini e stranieri. "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” cita l’articolo 3 della Costituzione, introducendo il principio di uguaglianza (e di non discriminazione). Le leggi ordinarie, dunque, dovrebbero recepire i principi fissati da quello che è l’atto normativo fondamentale del nostro Stato, ma non sempre questo avviene.
In tale direzione si muove il ddl sulla cittadinanza approvato dalla Camera, il cui impatto discuteremo di seguito. Ma prima, è utile riprendere e definire i diversi criteri con cui è possibile acquisire la cittadinanza, da quello attuale basato sullo ius sanguinis, allo ius soli più o meno temperato, allo ius culturae.
A parte i casi di cittadinanza per naturalizzazione e per matrimonio e poche altre fattispecie, oggi, secondo la legge sulla cittadinanza in vigore (Legge 91 del 1992), chi è nato in Italia da genitori stranieri può diventare cittadino italiano al compimento dei 18 anni, a condizione che abbia mantenuto costantemente la residenza in Italia dalla nascita. Questa legge, oggetto della riforma attuale, è da tempo considerata carente perché esclude per diversi anni dalla cittadinanza decine di migliaia di bambini nati e vissuti in Italia, legando la loro condizione a quella dei genitori (il cui permesso di soggiorno nel frattempo può scadere e
costringere tutta la famiglia a lasciare il Paese). Per questi minori il principio dello ius sanguinis, cioè la trasmissione della cittadinanza dal genitore alla prole, li esclude dal raggiungimento del diritto.
Il disegno di legge, in discussione al Senato, introduce due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni, lo ius soli temperato (“dal latino “diritto del suolo”) e lo ius culturae (“diritto legato all’istruzione”).
Lo ius soli è un'espressione giuridica che intende l'acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul territorio di un dato Paese, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. In Italia trova applicazione solo in circostanze eccezionali: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti o apolidi o impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza, oppure se il soggetto è figlio di ignoti ed è trovato nel
territorio italiano.
Nel caso di specie del ddl approvato alla Camera, lo ius soli temperato prevede che la cittadinanza non si acquista semplicemente con la nascita in Italia, come accade in America, ma un bambino nato in Italia diventa automaticamente italiano se almeno uno
dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore, in possesso di permesso di soggiorno, non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri, ossia: deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno
sociale; deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge; deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Lo ius culturae (diritto legato all’istruzione), invece, prevede che può ottenere la cittadinanza il minore straniero, nato in Italia o entrato nel nostro Paese entro il 12esimo anno di età, purché abbia frequentato regolarmente per almeno cinque
anni uno o più cicli di studio o seguito percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali per conseguire una qualifica professionale.
Un elemento dello ius culturae proposto è il merito: è necessario che il ciclo delle scuole primarie sia superato con successo. Chi viene bocciato alle elementari dovrà aspettare per chiedere la cittadinanza. I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
Con l’introduzione dello ius soli temperato, potrebbero acquisire la cittadinanza italiana i bambini e ragazzi ancora minorenni, nati in Italia dal 1999 a oggi, i cui genitori sono in possesso del permesso UE per soggiornanti di lungo periodo (cittadini extra-UE) o il “diritto di soggiorno permanente” (cittadini UE). Negli ultimi 17 anni i nati stranieri sono 976.000. Secondo i dati Istat, il 65% delle madri straniere risiede nel nostro Paese da più di cinque anni. Tenendo in considerazione questa percentuale e ipotizzando che nessuno di questi abbia lasciato l’Italia, si stima che i nati stranieri figli di genitori residenti da almeno 5 anni siano 634.592.
Diversa la situazione per lo ius culturae, per il quale, facendo riferimento ai dati del Ministero dell’Istruzione relativi all’anno scolastico 2015-2016 (secondo cui gli alunni stranieri nati all’estero erano il 58,7 % degli alunni stranieri complessivi, ovvero 478mila), si stima che sarebbero 166mila gli alunni nati all’estero ad aver completato cinque anni di scuola in Italia. La somma dei potenziali beneficiari risulterebbe così suddivisa: 800mila potenziali beneficiari immediati (circa l’80% del milione di minori stranieri residenti al 2016), a cui si aggiungono i potenziali beneficiari che ogni anno acquisiranno il diritto (nuovi nati o coloro che completeranno i cinque anni di scuola), una cifra compresa tra 55 e 62mila.
Rispetto alla proposta italiana, in che modo hanno legiferato i nostri cugini europei? I 27 stati dell’Unione Europea, come in molti altri temi riguardanti le migrazioni, non hanno regole uniformi su come ottenere la cittadinanza: in Germania è cittadino tedesco chi è figlio di un cittadino straniero che ha il permesso di soggiorno da almeno otto anni; è cittadino britannico chi nasce nel Regno Unito (ius soli) anche se uno solo dei genitori è legalmente residente nel Paese; sono francesi i figli nati in Francia da immigrati nati in Francia e i bambini nati in Francia da genitori stranieri se al compimento della maggiore età hanno avuto la residenza per almeno cinque anni; in Spagna un bambino diventa cittadino spagnolo se almeno uno dei due genitori stranieri è nato in Spagna; la cittadinanza irlandese si ottiene se i genitori stranieri risiedono nel Paese da almeno tre anni; si diventa cittadini belgi, a 18
anni, se si è nati in Belgio.
Le forze politiche in questi ultimi mesi hanno acceso l’arena mediatica con dichiarazioni di ogni tipo. A favore la maggioranza parlamentare e la sinistra italiana che hanno difeso il testo, spingendo per l'approvazione entro la fine dell’attuale legislatura. Il fronte del no ha visto l’opposizione al Governo, con a capo la Lega Nord, Forza Italia,
Fratelli d’Italia e il Movimento nazionale per la sovranità (MNS).
Il Movimento 5 Stelle si è astenuto, ma per i regolamenti del Senato, ciò equivale a dare voto contrario.
Dal canto suo la Chiesa, con il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, ha denunciato le "gazzarre ignobili che hanno caratterizzato l'aula in Senato" e ha affermato che "sono cose così importanti sulle quali o ci si confronta o si affossa una realtà molto importante”, aggiungendo che “un'indagine Demos dimostra che tre italiani su quattro sono
favorevoli alla cittadinanza a chi è nato in Italia”.
4. CENNI CONCLUSIVI
4.1 UNA LEGISLATURA DECISIVA: SE SALTA?
Sulla necessità di riformare la legge 91 del 1992 si discute ormai da anni. Molti sono i dibattiti – più o meno animati - che si sono succeduti nelle diverse legislature. Un piccolo traguardo è stato raggiunto anche se, proprio per l’urgenza di questa riforma, alcune forze politiche e sociali, comprese le Acli, sono giunte a qualche compromesso. Il ddl non ha la forma che la nostra Associazione aveva in mente, in quanto, insieme alla Campagna L’Italia sono anch’io, proponeva uno ius soli senza “se” e senza “ma”.
Ma dopo l’enorme sforzo profuso per i moltiplicati appelli fatti al Parlamento, per le molte mobilitazioni organizzate in piazza in rete con le altre organizzazioni della società civile, per il dialogo avviato con i cittadini su un tema che li riguarda, autoctoni o immigrati che siano, le Acli ribadiscono con forza che il percorso legislativo non deve essere bloccato.
Se ciò avvenisse, poiché sono passate due legislature, la raccolta firme a cui l’Associazione tutta ha contribuito in ogni angolo d’Italia, non avrebbe più valore e il faticoso cammino fatto in questi ultimi cinque anni lascerebbe il posto alla retorica razzista e a ideali che nulla hanno a che vedere con l’accoglienza e l’integrazione. Creerebbe l’occasione per crescere
generazioni “di italiani di fatto ma non di diritto” rancorose e pronte alla disaffezione per il Paese in cui vivono. Si perderebbe, insomma, la migliore occasione per una riforma di civiltà.
4.2 … E SE NON SALTA?
Se l’iter legislativo dovesse concludersi positivamente, per 800.000 ragazzi di seconda generazione, nati e/o cresciuti in Italia ma oggi stranieri per lo Stato italiano, cambierebbe la loro vita:
Saleh, 6 anni, originario del Bangladesh, potrà diventare poliziotto e Jessica, bimba di 9 anni di origini nigeriane, potrà fare il medico, come suo padre. L’accesso alle professioni non sarebbe più uno scoglio insormontabile, così come l’ammissione ai concorsi pubblici.
Jibrill, figlio di genitori palestinesi, dalle promettenti doti calcistiche, potrà diventare il centravanti della nazionale italiana di calcio.
Azeb, adolescente impegnata di 16 anni, di origine etiope, che oggi sogna di fare l’attivista e di cambiare il mondo, può interessarsi alla politica e un domani potrà farlo più attivamente, senza l’assurda frustrazione di non poter votare.
Karim, egiziano e studente delle superiori, non avendo più un passaporto estero, ma comunitario, potrà finalmente andare in gita con i suoi compagni di classe.
Il movimento delle persone nel mondo non è determinato soltanto da fattori demografici ed economici, ma anche ambientali e politici. Le ragioni che spingono migliaia di persone a spostarsi dal proprio Paese di nascita in un’altra realtà sono dunque molteplici; per questo l’immigrazione deve sempre più essere concepita come una risorsa, piuttosto che un
problema. La mobilità umana rappresenta, infatti, un importante fattore di sviluppo, sia su larga, sia su piccola scala. Ma tale crescita è solo possibile se vengono formulate e attuate politiche organiche e attente ai fondamentali diritti umani, capaci di tutelare tutti i migranti: quelli che stanno ancora attraversando il Mediterraneo e quelli che sono nel nostro Paese da molto tempo. Costruire muri e negare l’accesso alla cittadinanza è un paradosso in una società come la nostra che ama definirsi globalizzata e dinamica.
11 May 2017
Ore 18:00
REGOLE E ATTENZIONE ALLA PERSONA
Per docenti, educatori, e per tutti gli interessati:
REGOLE E ATTENZIONE ALLA PERSONA
L’assenza, come l’eccesso di regole, sta spesso all’origine di diverse forme di emarginazione e di disagio.
Relatori: don MarioVatta - Miriam Kornfeind
Venerdì 12 maggio 2017 dalle 18 alle 19:30
Aula Magna del Liceo Dante, Via Giustiniano 3
Don Mario Vatta è sacerdote della diocesi di Trieste dal 1963.
Nel 1970 ha fondato l’associazione che oggi si chiama “Comunità di San Martino al Campo” per cercare di offrire delle risposte concrete a giovani e adulti che vivono in situazione di disagio e di emarginazione.
La proposta riabilitativa della Comunità consiste nella “terapia della normalità”, un approccio che privilegia la relazione basandosi sull’ascolto, l’accoglienza e la condivisione.
Don Vatta è, tra l’altro, uno dei fondatori del CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) e dell’Associazione Libera. E’ anche autore di alcuni libri pubblicati dalle Edizioni Gruppo Abele e dalle Edizioni LINT.
Collabora da parecchi anni con il quotidiano "Il Piccolo".
Miriam Kornfeind, laureata in filosofia ad indirizzo pedagogico presso l’Università degli Studi di Trieste con una tesi su don Lorenzo Milani e diplomata in teologia presso l’Istituto diocesano di Scienze Religiose, è stata per circa quindici anni insegnante di religione presso alcuni istituti superiori della città.
Ha collaborato a lungo con don Mario Vatta come volontaria.
Nel 2000 ha iniziato con la Comunità di San Martino al Campo un rapporto di tipo professionale assumendo la responsabilità del Centro Studi; dal 2006 è coordinatrice delle diverse strutture di accoglienza.
Accreditato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca UCIIM, Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori, è stata fondata nel 1944 ed è diffusa su tutto il territorio nazionale.
Si propone di promuovere e attuare la formazione di docenti ed educatori in ordine al loro specifico compito educativo.
UCIIM è soggetto qualificato per l’aggiornamento e la formazione del personale della scuola e della formazione professionale, accreditato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
I partecipanti hanno diritto all’esonero dal servizio nei limiti stabiliti dal CCNL. Sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
21 Apr 2017
ore 11:00
#People4Soil
PEOPLE4SOIL, i cittadini europei fanno sentire la loro voce.
Il 22 aprile a Udine, una conferenza stampa congiunta per promuovere la petizione che mira a fermare il consumo di suolo
Legambiente FVG,
WWF FVG,
FAI Friuli Venezia Giulia,
SlowFood FVG,
INU FVG (Istituto Nazionale di Urbanistica),
Coldiretti Friuli Venezia Giulia,
ACLI Friuli Venezia Giulia,
AIAB APROBIO FVG (Associazione Italiana Agricoltura Biologica),
Associazione per l'agricoltura biodinamica,
organizzano una conferenza stampa per il giorno 22 aprile alle ore 11:00 presso la sede di Legambiente FVG in Viale Giacomo Leopardi 118 a Udine.
Nella Giornata Mondiale della Terra, si intende promuovere e portare a conoscenza l'Iniziativa dei Cittadini Europei denominata People4soil, una raccolta firme per fare in modo che il suolo venga ufficialmente riconosciuto come patrimonio comune e per chiedere che vengano riattivate le procedure per la redazione di una Direttiva per la protezione del suolo.
Chiediamo un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall'eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall'erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.
L'obiettivo della petizione è quello di raccogliere almeno un milione di firme in 7 paesi europei entro il mese di settembre del 2017.
Per aderire alla petizione si invita a contattare le varie realtà partner per informarsi su quali siano le iniziative che vedano la presenza di banchetti dedicati. In alternativa è possibile firmare direttamente sul sito www.salvailsuolo.it, dove si possono trovare tutte le motivazioni a supporto della campagna e l'elenco di tutti i partner che sottoscrivono la petizione a livello nazionale.
06 Apr 2017
ore 18:00
IL BULLISMO E' SEMPRE ESISTITO? Nuovo adolescente, vecchie e nuove regole…
E’ inevitabile, per chiunque (e a qualunque titolo) si relaziona con i ragazzi, chiedersi “se e quanto” è cambiata, negli ultimi anni, la vita dei preadolescenti e degli adolescenti in rapporto alle regole di gruppo e alle regole sociali.
Risulta allora quanto mai opportuno condividere riflessioni e informazioni per “attrezzarci” ad esercitare il nostro ruolo “adulto”, che integra necessariamente anche una funzione normativa e di controllo…….quella meno gratificante per noi e meno gradita ai nostri ragazzi.
Relatori: Giovanna Fantasia e Luisa Onofrio
Venerdì 7 aprile 2017
Aula Magna del Liceo Dante, Via Giustiniano 3
Orario : 18.00 - 19.30
Giovanna Fantasia e Luisa Onofrio sono funzionari assistenti sociali della Prefettura UTG di Trieste.
Svolgono attività di servizio sociale professionale nell’ambito dei procedimenti amministrativi aperti a carico dei consumatori di sostanze illegali; realizzano, in collaborazione, progetti annuali di educazione alla legalità e al rispetto dell’altro e di prevenzione alle dipendenze rivolti alle scuole secondarie di primo e secondo grado della provincia di Trieste. Svolgono attività di supervisione ai tirocini professionali di studenti del Corso di Laurea in Servizio Sociale – Università degli Studi di Trieste. Luisa Onofrio ha anche svolto attività di formatore nell’ambito di corsi e convegni per operatori socio-sanitari, è autore di alcune pubblicazioni relative alle problematiche minorili e al sistema dei servizi e dal 1999 è Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste.
Accreditato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
UCIIM, Unione Cattolica Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori, è stata fondata nel 1944 ed è diffusa su tutto il territorio nazionale. Si propone di promuovere e attuare la formazione di docenti ed educatori in ordine al loro specifico compito educativo.
UCIIM è soggetto qualificato per l’aggiornamento e la formazione del personale della scuola e della formazione professionale, accreditato al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. I partecipanti hanno diritto all’esonero dal servizio nei limiti stabiliti dal CCNL. Sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Trafserimento ufficio immigrazione
Condividiamo il comunicato dell'ICS rispetto al trasferimento dell'Ufficio Immigrazione
L'ICS esprime apprezzamento per la decisione del nuovo Questore di Trieste, La Vigna, di affrontare l'indecorosa situazione che ha obbligato migliaia di persone, comprese donne e bambini, ad attendere l'espletamento delle pratiche burocratiche relative al rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno stazionando all'aperto nella zona antistante la sede della Questura di Trieste. Una pratica umiliante per i rifugiati e i migranti presenti a Trieste per lavoro o studio, che si è perpetuata nell'indifferenza generale per troppi anni.
Si tratta di una situazione che si è prodotta a seguito della decisione (di cui non era mai stata resa nota la motivazione) di non utilizzare più l'atrio centrale della Questura con apertura su via di Tor Bandena, che era stata allestita allo scopo e che per un paio di anni aveva offerto un dignitoso servizio di attesa.
L'ICS non entra nella questione se sia più opportuno il trasferimento degli Uffici presso la sede del commissariato di S. Sabba o, come appare a questo Ente, se sia più opportuno ripristinare l'utilizzo dell'atrio centrale, ma sottolinea con forza la necessità di trovare al più presto una soluzione che risulti idonea e rispettosa delle persone coinvolte.
L'ICS stigmatizza infine l'ennesima provocazione proveniente da esponenti delle formazioni politiche dell'estrema destra locale, che non perdono occasione per fomentare paure e tensioni.
ALLEANZA CONTRO LA POVERTA'
Povertà «Un risultato importante raggiunto, ora avanti verso una maggiore inclusione»
«La legge delega sulla povertà segna un momento significativo nel nostro paese. Con la sua approvazione, oggi, giunge a conclusione il lavoro svolto dal Parlamento: da tempo evidenziamo la necessità di un impianto normativo che coniughi da una parte il sostegno al reddito e l’inclusione sociale e dall’altra preveda un Piano nazionale in grado di raggiungere tutti i cittadini che versano in povertà assoluta. Perché i sussidi senza i servizi scadrebbero nell’assistenzialismo, perdendo, così, il carattere inclusivo che rappresenta, invece, il punto di svolta nella lotta alla povertà e all’emarginazione sociale».
Lo dice in una nota – che si trasmette in allegato – l’Alleanza contro la Povertà in merito al percorso parlamentare di legge delega di contrasto alla povertà.
«L’obiettivo – conclude l’Alleanza contro la Povertà – rimane l’effettiva universalità della prestazione, dentro una strategia di rafforzamento del sistema dei servizi. Auspichiamo che attraverso i decreti delegati si prosegua nella direzione da noi indicata».
09 Mar 2017
20:00
Presentazione libro VOCI DALLA SPAGNA LA RADIO ANTIFASCISTA E L’ITALIA
Nell'ambito della riflessione su momenti storici dal Novecento a oggi L'ASSOCIAZIONE "TINA MODOTTI" E SPAGNA CONTEMPORANEA invitano VENERDÌ 10 MARZO ORE 20.00 presso la
CASA DEL POPOLO, VIA PONZIANA 14 – 1° PIANO (TRIESTE) alla presentazione del libro di STEFANO DE TOMASSO VOCI DALLA SPAGNA LA RADIO ANTIFASCISTA E L’ITALIA (1936 – 1939) (RUBBETTINO, 2016). L’autore dialogherà con MARCO PUPPINI, MARINA ROSSI e CLAUDIO VENZA.
Nella sala sarà possibile visitare la mostra CATALOGNA BOMBARDATA, a cura del CENTRO MEMORIAL DEMOCRATIC DELLA GENERALITAT DE CATALUNYA.
Stefano De Tomasso è laureato in Storia contemporanea e insegna Lettere nella scuola secondaria. Dal 1986 collabora alla terza rete radiofonica della RAI. È stato docente di lingua e cultura italiana all’Istituto Italiano di Cultura di Madrid.
Marco Puppini è ricercatore della rete degli Istituti di Storia del Movimento di Liberazione in Italia. Attualmente è Vice presidente dell’Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna – AICVAS.
Marina Rossi, già docente a contratto presso la cattedra di Storia dei Paesi slavi delle Università di Trieste e Venezia, è nota per gli studi riguardanti il fronte orientale e le prigionie in Russia nel corso dei due conflitti mondiali.
Claudio Venza si è laureato presso la Facoltà di Economia e commercio dell’Università di Trieste. È stato docente di Storia della Spagna contemporanea presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Trieste.
23 Feb 2017
Dalle 15:00 alle 18:30
Educazione al sentire
Cos'è il Sentire? E' un esperienza fondamentale per lo sviluppo del bambino. Cosa succede quando l'ambiente attorno al bambino non favorisce, o blocca, la possibilità di attraversare questa esperienza?
A quasi trent’anni dall’approvazione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è ancora importante interrogarsi sulle capacità del mondo adulto di rispondere ai bisogni dei propri figli. La società è fortemente centrata su obiettivi ed interessi adulti e la vita frenetica non risparmia i bambini che vedono ogni ora della loro giornata scandita da numerosi impegni. Questo porta a non avere più il tempo e, spesso, la capacità di ascoltare se stessi, le proprie sensazioni.
È, invece, attraverso il Sentire che si sviluppa la conoscenza di Sé. È sulla base delle Sensazioni che, consapevole o meno, ognuno basa le proprie scelte.
Ci sono processi che coinvolgono emozioni, corpo e sistemi biologici che determinano non solo il modo in cui sentiamo e riconosciamo le emozioni ma anche la maniera in cui le dinamiche affettive consolidano la dimensione etica in età evolutiva.
Bambini sempre più piccoli si trovano, invece, di fronte alla necessità di recuperare la capacità di
ascoltare se stessi con calma, attenzione e serenità.
L’iniziativa si svolgerà dalle ore 15 alle 18.30 presso la nuova sede del Centro di psicologia e psicoterapia Funzionale Integrata, in via Donota 1 (1° piano) a Trieste.
La partecipazione è gratuita ma a numero chiuso.
Per iscriversi, inviare Nome, Cognome, email e numero di telefono a:
segreteria@psicocorporea.it
via Donota, 1
34121 - Trieste
www.psicologiafunzionalefvg.org
E-mail: funzionale@psicocorporea.it
10 Feb 2017
Giornata di raccolta del farmaco, i volontari Acli sostengono la raccolta
Roberto Rossini (presidente nazionale Acli): “Occorre restituire una vera dignità a tanti cittadini italiani e immigrati che oggi vivono una situazione di grave emarginazione
Roma, 8 febbraio 2017 - Anche le Acli parteciperanno alla XVII Giornata di raccolta del farmaco organizzata dal Banco farmaceutico. Il prossimo 11 febbraio sarà possibile acquistare uno o più medicinali da banco da donare ai poveri - famiglie monoreddito, anziani e immigrati - che non riescono più ad acquistare un farmaco.
La povertà sanitaria è un fenomeno sociale che in Italia penalizza quanti hanno bisogno di tutelare la propria salute. In Italia si spendono in media 682 euro annui a persona per curarsi, ma per le persone indigenti questa spesa scende a 123 euro. Oltre 12 milioni di italiani e 5 milioni di famiglie, inoltre, lo scorso anno hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per ragioni di tipo economico.
Dal 2000 ogni anno, il secondo sabato di febbraio, in tutta Italia, migliaia di volontari di Banco Farmaceutico sono presenti nelle oltre 3.600 farmacie aderenti, e invitano i cittadini a donare farmaci per gli Enti assistenziali della propria città. In linea con quanto fatto anche negli anni passati, i volontari delle Acli supporteranno la raccolta con la propria presenza.
“Con il Banco Farmaceutico e tante altre associazioni del Terzo settore – ha dichiarato Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli e portavoce dell’Alleanza contro la povertà – stiamo condividendo, da alcuni anni, un cammino comune nell'ambito dell'Alleanza contro le povertà proprio per chiedere alle istituzioni un impegno concreto e una programmazione efficace per restituire una vera dignità a tanti cittadini italiani e immigrati che oggi vivono una situazione di grave emarginazione”.
In tre anni la richiesta di farmaci da parte degli enti convenzionati col Banco Farmaceutico è salita del 16%, a fronte del costante aumento degli indigenti assistiti: gli utenti complessivi lo scorso anno sono cresciuti del 37,4%, vale a dire 557mila persone, che rappresentano il 12% dei poveri italiani.
In 16 anni la Giornata di Raccolta del Farmaco ha raccolto oltre 4.100.000 farmaci, per un controvalore commerciale di circa 24 milioni di euro. L’ultima edizione, che ha avuto luogo il 13 febbraio 2016, ha visto il coinvolgimento di 3.681 farmacie e oltre 14.000 volontari; dei 353.806 farmaci raccolti hanno beneficiato oltre 400.000 persone assistite dai 1.663 Enti convenzionati con Banco Farmaceutico.
07 Feb 2017
20:00
La Seconda Guerra Mondiale vista dagli storici
L'Associazione "Tina Modotti" organizza presso la Casa del popolo, in via Ponziana 14-1° piano, un ciclo di quattro incontri sulla "Seconda guerra mondiale vista dagli storici", a cura di Giorgio Stern.
Il terzo incontro si svolgerà
MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO ORE 20.00: IL PATTO MOLOTOV RIBBENTROP * LA POLONIA * ESITAZIONI FRANCO-INGLESI * LA DROLE DE GUERRE (LA STRANA GUERRA) * LA BATTAGLIA D'INGHILTERRA * HITLER GUARDA ANCORA AD ORIENTE * UNO STRANO PARACADUTISTA * SULLE ORME DI NAPOLEONE * "...L'IMPALCATURA NON ERA CROLLATA..." * ZUKOV * CAMBIA IL VENTO
Gli incontri sono a ingresso libero o a contributo libero per l'Associazione "Modotti". Alla fine del corso, verrà distribuita una dispensa ai/alle partecipanti. Gli incontri sono programmati sui 60 minuti ciascuno.
Il ciclo proseguirà con il seguente calendario e programma:
-
MERCOLEDÌ 15 FEBBRAIO ORE 20.00, QUARTO INCONTRO: LA NUOVA OPERAZIONE BARBAROSSA * STALINGRADO * CIUIKOV * LA RESA DI VON PAULUS * GLI ALLEATI IN NORMANDIA * L'ARMATA ROSSA A BERLINO * LA VITTORIA SUI FASCISMI
PER L'OCCASIONE, SARA' POSSIBILE RINNOVARE O FARE LE TESSERE DELL'ASSOCIAZIONE "TINA MODOTTI" E DELLA F.I.C.C. (FEDERAZIONE ITALIANA DEI CIRCOLI CINEMATOGRAFICI) CHE PERMETTONO DI PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE IN CASA DEL POPOLO DI PONZIANA MA ANCHE IN ALTRI CIRCOLI CINEMATOGRAFICI ("METROPOLIS" PRESSO IL KNULP, "CHARLIE CHAPLIN" PRESSO LA CASA DEL POPOLO DI SOTTOLONGERA E PRESSO LA CASA DEL POPOLO DI SERVOLA)
26 Jan 2017
20:30
Social Comedy - Intrigo a Via Doganelli
Venerdì 27 gennaio, al Teatro Verdi di Muggia (TS) alle ore 20.30, tornerà in scena “Social Comedy - Intrigo a via Doganelli”, la prima commedia italiana che racconta la quotidianità lavorativa all'interno di una onlus impegnata nell'accoglienza dei richiedenti asilo.
L'Italia sono anch'io
Le organizzazioni della campagna L’Italia sono anch’io fanno appello ai parlamentari e al governo affinché la riforma sulla cittadinanza venga approvata subito!
L’Italia sono anch’io avvia una mobilitazione permanente fino all’approvazione della legge
Il 13 ottobre 2015, ormai più di un anno fa, la Camera licenziò in prima lettura la proposta di riforma della legge sulla cittadinanza n.91/92. Quel giorno le organizzazioni della campagna L'Italia sono anch'io, che tra il settembre 2011 e il marzo 2012 avevano raccolto più di 200mila firme su due proposte di legge di iniziativa popolare sulla riforma della cittadinanza e il riconoscimento del diritto di voto amministrativo dei cittadini stranieri, sperarono in una rapida approvazione definitiva della riforma da parte del Senato.
Invece non solo la legge non è stata approvata, ma si leggono notizie preoccupanti sul suo destino.
Nonostante l’impegno del Presidente Grasso ad accelerarne l’iter, le promesse fatte in un incontro con i promotori della campagna e con esponenti del movimento #ItalianiSenzaCittadinanza dalla relatrice Lo Moro (PD) e dall’allora Presidente della Commissione Finocchiaro (PD), oggi ministro per i rapporti col Parlamento, di calendarizzare e approvare la legge subito dopo il referendum del 4 dicembre, sono state disattese.
Il ddl licenziato dalla Camera presenta molte criticità e carenze. Tuttavia la sua rapida approvazione consentirebbe a circa un milione di giovani di origine straniera, italiani di fatto, di diventare cittadini italiani anche di diritto. Favorirebbe i processi d’inclusione delle loro famiglie ed eviterebbe di approfondire la distanza già grande tra le istituzioni italiane e le persone di origine straniera.
I promotori della campagna hanno chiesto un nuovo incontro al ministro Finocchiaro, per ricordarle quanto si era impegnata a fare. Richiesta d’incontro è stata inviata anche ai capigruppo del Senato. La campagna ha deciso di indire una mobilitazione permanente fino a che non verranno stabiliti tempi certi per l’approvazione della legge.
Inizierà con una campagna sui social network che continuerà fino a fine febbraio, quando scenderà in piazza, insieme al movimento #ItalianiSenzaCittadinanza, per ribadire l’urgenza dell’approvazione di questa importante riforma.
La Campagna L’Italia sono anch’io è promossa da Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Comunità di Sant'Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei, Legambiente, Libera, Lunaria, Migrantes, Il Razzismo è Una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni , Tavola Della Pace, Terra del Fuoco, Ugl, Uil, Uisp
24 Jan 2023
18:00
"Ferriera" di Erika Cei
Il reportage
Il progetto nasce nel 2015 con la finalità di documentare le condizioni di vita delle persone che abitano nei quartieri di Servola e Valmaura, a stretto contatto, dunque, con la Ferriera, stabilimento siderurgico datato 1897.
Realizzato tra ottobre 2015 e gennaio 2017, è stato oggetto di due mostre presso, rispettivamente, “The Art photo gallery” (aprile 2016) e Circolo Fotografico Fincantieri Wartsila (novembre-dicembre 2016)
L’autrice
Storica di formazione Erika Cei è stata “Autore dell’anno FVG 2014 – FIAF con il lavoro “Accademia della follia – una commedia in tre atti”, si è occupata anche di Bosnia Hercegovina e, sempre nel 2014, ha pubblicato su “Osservatorio Balcani e Caucaso” un reportage sulle alluvioni che hanno devastato il Paese. Premiata nel 2013 da Workshop Foundry Photojournalism per a Time for Gypsies, un lavoro riguardante una famiglia Rom a Sarajevo, agli inizi del 2016 ha allestito, presso Oltre il Giardino a Pordenone, la mostra “La meta”, reportage realizzato prevalentemente nel silos di Trieste e reltivo ai profughi afghani e pakistani che sono arrivati in Friuli Venezia Giulia, attraverso la rotta balcanica. Da tre anni sviluppa un progetto sulle contraddizioni dell’Europa contemporanea, di cui il reportage “Ferriera” è parte integrante.erriera” è parte integrante. Più di recente, alla Icon Factory di Dublino, nell’ambito dell’iniziativa “Cities of Joyce” ha partecipato alla mostra collettiva “Trieste Dublin /Dublin Trieste” con alcune immagini relative agli anni trascorsi a Trieste dallo scrittore irlandese James Joyce. Il progetto porta il titolo “Sua mare grega”, appellativo scherzoso e del tutto triestino, con cui Joyce chiamava la sua opera più celebre, l’Ulisse. Attualmente sta lavorando a “Line e le altre”, titolo provvisorio di un progetto tutto al femminile che si può riassumere nel motto “I’Mpossible”.
Nessun CIE né a Gradisca né altrove
La ricordata esperienza fallimentare (anche in relazione agli elevati costi e alle condizioni degradanti dei centri), ci induce oggi a respingere con fermezza la semplice riedizione di nuovi CIE in regione o in qualsiasi altro luogo d’Italia. Le politiche securitarie non hanno mai prodotto miglioramenti in termini di sicurezza, generando, invece, solo mostri in termini giuridici e umanitari. Per regolare in modo efficace e legittimo il fenomeno migratorio occorre che innanzitutto si modifichino le norme legislative in vigore che sono incostituzionali e che producono irregolarità, ampliando i canali regolari di ingresso, stabilizzando i soggiorni, e riducendo drasticamente le tipologie espulsive alle violazioni più gravi
Come firmatarie/i di questo Appello chiediamo a tutte/i cittadine/i e alle istituzioni regionali di confermare la contrarietà all’apertura di un CIE e di adoperarsi in ogni sede per giungere rapidamente a una riforma della normativa sulle espulsioni e sui trattenimenti anche alla luce delle condanne comminate all'Italia della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo
Inviare adesioni collettive oppure individuali, specificando nome collettivo o singolo, sede o comune di residenza, mail.
Per aderire compila qui
Per informazioni scrivi a no.cie.fvg@gmail.com
20 Jan 2017
18:00
Chiesa e donne - incontro pubblico
La questione delle donne nella vita ecclesiale – sino a porre le domande sulle coordinate patriarcali della cultura dominante e sull’accesso al ministero ordinato riservato soltanto ai maschi nella Chiesa Cattolica – è diventata di bruciante attualità anche a seguito della decisione di Papa Francesco di costituire una commissione di studio sul diaconato femminile.
Altre Chiese cristiane, pure impegnate nel dialogo con la Chiesa Cattolica, ammettono le donne all’ordinazione ministeriale sulla base di uno specifico percorso di propria maturazione nella fede. E tutte le Chiese che promuovono il dialogo ecumenico sono coinvolte nella settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani che si svolge ogni anno dal 18 al 25 gennaio.
La valorizzazione del femminile nell’elaborazione teologica, verificata a contatto con le storie concrete delle donne e della loro soggettività reale, renderà possibile un cambiamento nella Chiesa Cattolica?.
Sabato 21 gennaio, alle ore 18, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Trieste in Androna Baciocchi 4, la Presidente del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI) Cristina Simonelli, docente di teologia patristica a Verona presso lo Studio Teologico “San Zeno” e a Milano presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, interverrà ad un incontro dal titolo “Chiesa, sostantivo femminile?”
L’incontro, aperto a tutti, è organizzato da “Il giornale di Rodafà
Cristina Simonelli è nota per il suo impegno e per le sue pubblicazioni, tra cui il recente volume “Dio, Patrie, Famiglie” e “Le traiettorie plurali dell’amore”, edito da Piemme
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